Che è sempre meglio di niente.
Porta pazienza.
Sempre facile da dire, ma a meno che non sia un antico ingresso a una qualche cittadella medievale presa per sfinimento, è sempre più facile a dirsi che a farsi.
Porta pazienza, che arriverà pure il tempo di diventare grandi, finendola con questa moda dell’invecchiare bene.
Perché alla nostra età si è ancora troppo giovani per sentirsi vecchi e troppo vecchi per non sentirsi più giovani, poi c’è chi non sente più e ti tocca ripetere le cose, per questo: porta pazienza!
Perché io le cose te le ripeto anche mille volte, ma già alla seconda, le cose sono cambiate e il tempo è passato.
Porta pazienza che viviamo in un tempo pesante, ma non abbastanza da schiacciarci.
Te per non sapere né leggere né scrivere: porta pazienza!
Perché alla fine arriverà anche la fine di questo discorso sconclusionato, che come ben sai è da sempre parte integrante del mio modo di comunicare. Ti dono quello che non mi appartiene. Parole di immagini tue, viste davanti allo specchio. Fiumi di istanti passati, imprigionati nel presente, per poterli riprendere in futuro.
Come al solito, non c’è tempo!
Porta pazienza che i tempi cambiano e le stagioni si rincorrono, ma capita che ogni tanto qualcuna si faccia superare, o doppiare addirittura, qualcuna cade e non si rialza più. In un mondo più buono ci si fermerebbe ad aspettarla, ma il poco di buono che è rimasto in questo mondo sei tu. Accompagnata da quel poco-di-buono, che sono io.
Sono buono a poco per non essendo buono affatto, sono di nuovo a chiederti di portare pazienza!
E tu portala sta pazienza, santa pazienza, che io sono sordo ma tu non ascolti. Ti ho chiesto di portarne tanta, proprio perché io me la scordo sempre. Dovremmo averne una scorta a portata di mano.
E tu giustamente mi dirai: Abbi pazienza, santa pazienza, ma tutta questa pazienza, dove me la devo infilare?
E che ne so io? Nemmeno il posto per le chiavi riesco a trovare, figurati quello per tutta la pazienza che ci vuole in sto mondo un po’ matto, che di pazienza non ne ha più.
Pazienza.
Vorrà dire che sarà per la prossima volta.
Intanto mi porto avanti.
Tu porta la pazienza. Io porto il resto, per dare la mancia e perdere il contrappeso nella tasca dei pantaloni. Un po’ per uno e ci troviamo a metà strada.
Hai portato la pazienza?
No perché io ho perso le chiavi.
Puoi aprirmi per favore?
Porta pazienza.
Che anche se non si sa dove andremo a finire di questo passo., io non cedo il passo e continuo imperterrito per la nostra strada. Fingo di sapere dove vado, ma con la coda dell’occhio sbircio il tuo sguardo perso nel vuoto. Ti vedo riflessa nello schermo della tua finestra aperta. Ti ascolto cantare mentre stai in silenzio. Seguo i tuoi pensieri.
La maglia si scuce.
Ho perso il filo.
Ci siamo persi.
Porta pazienza, lo sai che sono uno zuccone, ma se mi accompagni, forse, posso cantare anche io.
Porta pazienza, lo so che non sono buono a niente ma, quel poco-di-buono che accompagna quel poco di buono che c’è in sto mondo, ti porta sotto braccio sempre.
Tendo a ripetermi, ma vicini siamo irripetibili.
Hai capito? No?
Pazienza…
Ah! il tempo! Non lascia mai tempo per “perderetempo” nelle cose che più piacciono… per esempio leggerti
lo so, devo portare pazienza
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Perdere tempo dovrebbe diventare il miglior modo di passare il tempo! Grazie mille! 🙂
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Sarebbe doveroso… anche!
de rien 😊
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Trovo fantastico tutto questo.beffardo scanzonato e vero.
Pazienza…
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Grazie mille!!! 🙂
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