*SPOILER ALERT* → rOBba PeSa
A: Morirò.
Coro: Grazie al cazzo, tutti moriranno.
A: Sì! Ma io di più!
Coro: Ma non dire cazzate cosa vuol dire che tu morirai di più.
A: Beh quando morirete voi il buio non circonderà me come un mantello…e non sarà la mia essenza ad essere affidata ai soli ricordi di chi mi ha voluto bene o male, di chi piangerà o riderà.
Coro: Scusa, ma tu stai confrontando la tua morte con quella altrui misurando le conseguenze di ciò che non accadrà a te ma a qualcun’altro?!
A: Non sono sicuro di aver capito bene, ma mi è stato insegnato che se cercando di seguire un ragionamento esposto in maniera convincente non si riesce a carpirne il concetto, molto probabilmente è perché si è troppo stupidi per poterlo capire.
Coro: Ti piacerebbe che ti dicessimo che non è questo il caso vero?! E invece no!
A: Peccato in un momento di incertezza come questo mi avrebbe fatto comodo una piccola iniezione di autostima; capitemi non sono mai morto prima e ho un poco di paura, è forse un crimine?!
Coro: Certo che no!
A: Ah, meno male! Dicevo che non penso di essere stupido da non riuscire a venire a capo di questo ragionamento, ma penso di avere abbastanza la testa fra nuvole… e per chi ci crede presto ci avrò anche il resto…
Coro: Pensi di aver capito cos’è successo?!
A: Potrei essermi perso qualche passaggio fondamentale che ne spiega il senso.
Coro: In che senso?
A: Il senso, come la direzione! Che si cammina a fare se poi non si arriva da nessuna parte? Che senso ha vivere se poi si è costretti a morire senza avere il tempo di finire quello che si è cominciato? Vi sembra giusto?! Ho ancora così tante cose da fare…
Coro: E così poco tempo!
A: Grazie mille davvero siete proprio incoraggianti.
Coro: Non c’è di che!
A: Cos’avevo da fare già?
Coro: Non ricordi?
A: Ah giusto, dovevo prendere il treno… che botta!
Coro: Succede non ti preoccupare! è normale!
A: Resta il fatto che ora ci siamo, non è più un pensiero ipotetico, non è più una paura da soffocare fra due cuscini quando la notte il cuore si tuffa nello stomaco… ora la paura è reale.
Coro: Senti ma è vero che a un passo dalla morte la vita ti passa davanti come un film?
A: Cazzate! Non succede proprio nulla di tutto ciò! Anzi, la consolazione di una vita piena non fa altro che amplificare il senso di vuoto e la mancanza d’aria che ti opprime.
Coro: Non pensi alla famiglia?
A: Sì, certo. Viene quando hai particolarmente voglia di farti del male. Un dolorino, non è niente… l’ho sempre creduto.
Coro: Il dolore è buono, il dolore è dalla parte giusta del confine, il dolore è ancora vita!
A: Fate rumore vi prego voglio un baccano da finimondo, non voglio il silenzio continuate a fare suonare i vostri strumenti. Lo sento il rassicurante metronomo che fa il suo lavoro e dirige l’orchestra della musica da sala. Io aspetto e come me, voi. Aspettiamo tutti che succeda qualcosa, chi si aspetta di salutarmi, chi di riabbracciarmi, chi di aspettare ancora a lungo. Voglio farmi male. Penso a mio figlio, penso che non mi ha ancora chiamato per nome e penso che è troppo piccolo per ricordare il suono della mia voce e delle sue cristalline risate durante i nostri giochi, durante la nostra breve ma intensissima convivenza… chiamerà papà qualcun’altro che potrà essere per lui più di quanto io potrò mai, non per mia volontà evidentemente, ma questo non mi fa sentire meglio… Dovevo fare qualche video da lasciargli…ma quante cose avrei dovuto fare.Penso a lei… penso a mia moglie e a quanta paura e quanta stanchezza si senta addosso…penso a quanto cazzo è difficile sorridere! Questa cosa mi fa sorridere. Penso che non voglio che sia sola e torno egoisticamente a me, penso che non voglio altri nel nostro letto… Penso che non posso farci nulla e non sorrido più. Penso all’odore della mia pelle bruciata, penso che non vorrei vedermi in questo stato e fortunatamente con tutta probabilità non lo farò! Penso a mia madre e penso che morirà di dolore. Penso cosa significhi perdere un figlio, penso che dolore inaffrontabile comporti e il dolore lo sento davvero, sento che per un attimo il metronomo impazzisce e i musicisti si agitano qualcuno ha sbagliato un attacco e adesso tutti si agitano e litigano…Che avete da agitarvi dico io… ci sto io nella merda, mica voi, non c’è bisogno di arrabbiarsi. Il metronomo cambia tempo, è un valzer…ora l’orchestra riprende a suonare…
La musica dovrebbe esserci sempre.
A questo servono i film, a immaginare la propria vita con una degna colonna sonora.Così poco tempo e così tanti pensieri inutili. Nessuna presa di coscienza… niente che mi faccia sentire illuminato… a parte l’accecante luce che ho puntato in faccia e che intuisco essere da sotto le palpebre chiuse bianca come una luce bianca e accecante.
Coro: Segui la luce?!
A: Porca troia ma che cazzo fate, non ve lo ha mai insegnato nessuno che non si deve seguire la luce?! Se me la si sbatte davanti o resto fermo, o sono già arrivato, vi pare?
Coro: Come ti pare?
A: No a voi non pare niente se non vi piace. Non vi piace uscire a dare cattive notizie, ma vi piace ancora meno fare tardi per cena…
Coro: Prima o poi si muore tutti !
A: Grazie al cazzo, si fa presto a dire prima o poi quando il prima tocca a me e il poi a voi! Ma fa nulla, un giorno vale l’altro e non penso che avrei potuto sceglierne uno sul calendario in cui mi avrebbe fatto piacere morire! Prima o poi ci si arriva tutti… il fatto è che dopo l’altrui poi c’è sempre il mio prima.
Coro: A presto allora!
A: Ancora una cosa.
Coro: Dicci!
A: Allegria è l’anagramma di allergia.
Coro: Bene, ora puoi andare!
A: Bon. Allora…ci si vede presto?
Coro: Ma anche no.
A: Come volete.
Coro: Buon viaggio!
A: Sapete che…
Coro: Basta!
A: Ok. Allora ciao.
Coro: Ciao!