E niente, succede.
Succede che per sbaglio inciampi su di un pensiero, un’immagine…una parola. Incontri una persona che ti parla di un progetto che ha in testa, magari nemmeno la ascolti più di tanto perché c’hai un sacco di scazzi per la testa e quasi ti dimentichi di cosa stavate parlando. Stai con la testa fra le nuvole, l’unico posto sicuro sulla terra, proprio perché sulla terra non ci sta. Di quella conversazione resta un filo appeso a qualche nuvola dispersa sopra il deserto dei pensieri.
Poi senza rendertene conto riprendi il filo. Ci pensi e inizi a ricamarci sopra un castello collegandolo ad altri fili della fantasia. Il castello si forma di stanze, corridoi e saloni. Alcune stanze cominciano a popolarsi di gente che si chiede che ci sta a fare dentro un castello fra le nuvole. Fino a quando, senza rendersene conto cominciano a rispondersi. Sanno perché ma ancora non sanno come. Si fanno domande e ogni risposta crea un piccolo gradino davanti alla porta del castello. Più risposte si danno più colori appaiano alle pareti, a ogni colore si apre una finestra, a ogni finestra si affaccia un nuovo personaggio. I personaggi iniziano a muoversi, a vivere e a ragionare con la propria testa. I più arditi cominciano a scendere la scalinata che va formandosi fuori dal castello, per scoprire dove porta. Intanto, dentro, le vite dei personaggi si formano e prendono le sfaccettature più impensabili. Cominciano tutti a chiamarsi per nome e in men che non si dica, si stanno già raccontando aneddoti su tempi che non furono mai. Eppure esistono per davvero. Esistono e lo posso testimoniare, perché reali sono i piedi che, scesa la gradinata, toccano le assi di legno del palcoscenico. Reali le mani e le voci. I pianti e le risate, i gridi e bisbigli. I volti, le espressioni, i costumi e le acconciature. Tutto quanto. La scalinata è ultimata. Ora terra e cielo si toccano. C’è di nuovo che la fantasia ha un ponte con cui contaminare la realtà.
E niente, succede.
Succede che è passato un secondo da quando hai posato il primo mattoncino di fantasia su di una nuvola. E ora sono li. Davanti ai tuoi occhi. I tuoi sogni.
Siete della stessa materia di cui eravate fatti un minuto prima, ma non è poi esattamente così. Siete fantasia pura, quella che esiste per davvero, almeno per un paio d’ore. Sarete fantastici in ogni senso perché questa è la vostra natura temporanea. Per il resto vada come vada…e andrà benissimo!
Serve aggiungere altro?
Ah già…una cosa!
Grazie!
p.s.
Questa l’avevo scritta per la prima di uno dei primi spettacoli che ho scritto, ora la posto perché ho appena finito un altro testo….e vada come vada…ogni tanto…dà veramente gusto scrivere la parola…
FINE
presto o tardi, ci vengo a teatro per vedere un tuo spettacolo… me lo prometto ^_^
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Ci conto! Mi farebbe un sacco piacere! Ma tu di dove sei? Se siamo in zona te lo dico!
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provincia di Milano.
fammi sapere… ci conto
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Anch’io vorrei venire! Sono di Genova, se passate…
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Bellissima Genova, una delle mie città preferite in Italia, sono venuto diverse volte e ci ho lasciato un pezzo di cuore! Per ora la data più vicina è nel savonese il 21 luglio salvo imprevisti…circa un’ottantina di km da Genova…non è dietro l’angolo, ma non so se saremo mai più vicini di così! 🙂 Sarebbe un onore e un piacere!
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che bello mettere mattoncini per creare dal vero un castello di sogni…
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Ci sono modi migliori per costruire la propria realtà? 🙂 Grazie del commento!
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Assolutamente no!!!
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