Ci si può anche fare sorprendere dalle cose più comuni.
Si può anche fingere di ignorare le più semplici delle regole e i più basilari dei concetti.
Ci si può perfino convincere di non avere il benché minimo controllo sul proprio destino, ma nulla potrà impedire alle cose di accadere.
Le storie succedono che si voglia raccontarle o meno, la vita trascorre che la si voglia vivere o meno, la finzione non inganna sé stessa, per quanto possa essere convincente o argomentata.
A me, è innegabile, è sempre piaciuto molto raccontarmi delle favole.
La differenza stava solo nel fatto che ogni volta che me ne raccontavo una, riuscivo a trovare il tempo e la giusta motivazione per rielaborarla in qualcosa di costruttivo.
Cioè che poi in realtà, il più delle volte, nemmeno cambiavano forma, nome o contenuto, però riuscivo a spostarle dall’angolino buoi dove il pudore le vorrebbe relegare.
Cosa c’è di meglio di una storia finta, una favola…o perché no, una semplice bugia, quando riesci a trovare la sua giusta cornice di credibilità?
Perché tanto in fondo a questo mondo le cose continuano ad accadere, a ripetersi, a somigliarsi.
Non so se l’ho già detto, ma in realtà so perfettamente di averlo già detto.
Capito cosa intendo?
Maddai che ci parlo a fare con te allora….
La differenza tra chi si dice le bugie e chi racconta favole, sta solo in questo.
Avere il tempo, la voglia e la pazienza di ricollocarle.
Per tanto tempo ho pensato che la fantasia non avesse bisogno di altro se non di essere lasciata libera di scorrazzare libera di tanto in tanto.
Andrebbero lasciate le finestre aperte. Se no poi dentro puzza tutto di chiuso.
La polvere della finzione può ricoprire le favole più belle anche senza avere un fascio di luce a svelarla, per questo non si dovrebbe mai richiudere nella gabbia del silenzio una buona bugia.
Io non so cosa sia successo nell’ultimo periodo, perché ho dimenticato di far passare il tempo.
L’ho tenuto in coda davanti a un semaforo in bianco e nero. Un daltonismo sensoriale che rattrappisce le migliori peggiori intenzioni. Ho finto di non sapere perché mi fossi fermato, ma questa volta non era una favola…solo una bugia.
Fuori, le cose continuano ad accadere, non stare a raccontarti favole se poi non hai voglia di fare a cambio di posto con loro.
Ma che te lo dico a fare che tanto non hai più nemmeno voglia di starmi a sentire.
Approfitto di questa solitaria folata di vento e dei tuoi vecchi infissi tarlati. Sono stufo di dividere il falso dalla fantasia. Se non si fanno frullare dal vortice della normalità, le cose resteranno esattamente quello che sembrano.
Ma cosa c’entra il fatto che sembrano esattamente quello che sono?! Non mi è mai fregato granché della realtà, se no, sai cosa me ne sarei fatto io di una bella bugia?
Me ne sarei vergognato.
O peggio ancora….
L’avrei taciuta.
Le cose continuano ad accadere con una frequenza impeccabile, ma sai quanto appaiono più intriganti quando si spogliano della polverosa cortina dell’inganno, quando viene sconvolta la sua pigra staticità di menzogna!
Quel vedo e non vedo che lascia spazio all’immaginazione. Quella voglia di sbrigliare le mani e far correre le dita. Quella punta di autoerotismo che puzza di vero.
Questo silenzio mi sta spaccando i timpani.
Il vento soffia anche se tieni le finestre chiuse.
Insomma, nulla è cambiato da quando ho cominciato a scrivere sta cosa qui, eppure tutto mi sembra già così diverso.
E meno male.
Sai che monotonia se fossi costretto a fingere sempre che in fondo, mi va bene anche così.
Bello e vero quello che hai scritto. Terribilmente vero
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Grazie mille…in effetti è terribilmente triste dire una cosa vera parlando di bugie… 😊
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