Il fantasma

il

Mamma mia quanto buio.

Non ricordo di aver mai visto così tanto buio in tutta la mia vita. Nemmeno dopo in realtà.

Sai quel buio che non puoi conoscere, proprio perché non lo hai mai visto un buio così? Ecco proprio quel buio.

Un buio immateriale di inconsistenza che, nelle persone facilmente vittime dell’ansia, porterebbe ad un violento attacco di panico. Una sensazione di quasi morte oserei dire, che di per sé è peggio della morte stessa. In effetti una volta morti il peggio è passato. Una volta passato il peggio può solo migliorare. Non ha senso avere paura. Se queste cose le avessi sapute prima.

Fortunatamente non sono mai stato una persona ansiosa. Ho vissuto bene la mia morte. Amo i paradossi. Vivere la morte. Succederà a tutti, non serve averne paura.

Sono una persona tranquilla, riservata, educata, pacata: inconsistente, come questo buio, appunto.

L’inconsistenza mi accompagna da tanto, tantissimo tempo. Da tutta l’eternità direi. Da un’eternità non del tutto eterna, in realtà, in quanto ha avuto un inizio, ma paragonabile a quella componente divina e universale che da sempre affascina e spaventa…me. Non so se finirà, ma è molto lunga. L’attesa è noiosa, ma si sopporta. La trovo teatrale.

Il buio lo soffro un po’ meno invece. Tutto il resto può passare. Senza sensi, lo esprime il concetto stesso, non si sente nulla, ma il buio è davvero fastidioso.

Molto più fastidioso del silenzio.

Presente quel silenzio, come posso descriverlo, il classico silenzio da tomba? Quello di quando sei morto?  Immagino di no. Beh io invece, che lo conosco, ti posso dire che è proprio quel silenzio li.

Il silenzio dove pure le unghie che crescono fanno rumore. Ora poi che non me le mangio più…

Anche i capelli crescono. Crescono e fanno rumore.

Sì, parrà strano, ma i capelli crescono ancora. Ti dirò la verità, più di prima!

Non che ci volesse molto ad avere più capelli di prima. Ero calvo, o quasi, ma non è mai stato un problema. Paradossalmente il problema ce l’ho proprio adesso. Se non mi è mai importato nulla della calvizie, in compenso, non sono proprio mai riuscito a sopportare il disordine. Tutti questi ciuffi bianchi e indomabili che, fuori controllo, vanno a rovinare tutto il contorno.

Un fastidio che non puoi credere.

Non come il buio, ma ti assicuro che è molto fastidioso.

Avevo delle fotografie una volta, fotografie di me da giovane, dove ero sempre impeccabile. Mai una virgola fuori posto. Senza capelli, o meglio pochi, ma sempre e comunque in ordine. Sembravo un divo del  cinema. Scarpe lucide anche in mezzo alla polvere. Uno di quelli che poteva permettersi di stare vestito di bianco in miniera restando immacolato, e non perché fossi uno scansafatiche, anzi. Sono sempre stato, semplicemente, una persona ordinata.

Il disordine, quello non lo posso proprio sopportare. Da sempre. O da mai a seconda della chiave di lettura. Sono una persona riflessiva e il disordine fa fare pensieri disordinati.

Avere dei figli ti fa diventare un po’ più flessibile, ma il fastidio nel vedere tutto quanto buttato per aria, quello non passa mai. Non amando in particolar modo alzare la voce, sono state molte le volte che ho fatto finta di nulla.

Sono pur sempre un uomo. Buio a parte.

Ho una piccola confidenza da fare, gli uomini restano uomini, anche dopo. Con uomini intendo anche le donne, uomini nel senso di essere umani. So che sembra un modo di parlare vagamente sessista, ma è così che mi hanno insegnato a parlare. Un uomo, resta un uomo anche quando non lo è più. Anche e soprattutto nel modo di parlare. E nelle abitudini ovviamente.

A voler trovare a tutti i costi un lato positivo a tutto questo buio, posso dire che almeno non vedo il disordine. Sento i capelli crescere, ma non li vedo.

Se avessi uno specchio sono sicuro che ci rimarrei male.

A parte il fatto che non vedrei nulla, ma sono sicuro di essere in disordine.

Che rabbia.

Una volta avevo uno specchio.

Se è per questo, una volta avevo una casa, una famiglia e un figlio disordinato.

Ora ho solo questo mio continuare a essere un uomo, anche quando non posso più esserlo.

Non è sempre stato buio comunque.

Che sono morto credo si sia capito, ma morire non vuol dire molto.

Ci sono delle cose, non se ne abbiano a male quelli che credono in altro, ma sono le cose che ti tengono attaccato al mondo.

Avevo uno specchio in fondo alle scale, vicino alla porta, per controllare di essere sempre in ordine prima di aprire l’uscio. Il mio specchio, nella mia casa, dove abitava il mio disordinato figlio.

Non amavo urlare, ma quella volta ho urlato, forte. Poi è stato quasi immediatamente buio e silenzio.

Qualcosa sotto il mio piede, qualcosa che evidentemente non doveva stare li e mi ha messo tutto in disordine. Con i vestiti tutti stropicciati, il sangue colante dal naso e la testa innaturalmente piegata da una parte.

Davvero un brutto vedere.

Come faccio a saperlo?

È stato quasi immediatamente buio: quasi.

Sono precipitato ai piedi del mio specchio, quello che era abituato a vedermi in ordine. Deve essere rimasto molto turbato dal vedermi in quello stato, perché non se lo è più dimenticato. Ha continuato a mostrarmi così per tanto, tantissimo tempo.

Credo che mia moglie e mio figlio si fossero stufati di vedermi così.

Probabilmente per questo motivo hanno deciso di andarsene di casa.

Hanno lasciato la mia casa, quella con il mio specchio, lasciandoci li, coperti da un pesante telone impolverato. Al buio. In disordine.

Non è sempre stato buio, ma il disordine è rimasto.

Oggi ho visto mio figlio, molto invecchiato, è tornato a farmi visita insieme ad altri ragazzi. Magari sono i miei nipotini, ma da me non hanno preso nulla. Erano in disordine. Come lo era mio figlio.

Lui invece da vecchio sembrava somigliarmi di più.

Hanno avuto paura di vedermi nello specchio ecco perché è tornato il buio.

Io non ho fretta, come dicevo l’attesa la trovo molto teatrale. È diventata una rappresentazione grottesca della vita, questa attesa. Vivi in attesa di cominciare ad aspettare per l’eternità.

Aspettare che qualcuno tolga il telo da sopra lo specchio.

Sarebbe meglio che mi rimettessi in ordine, ci credo che la gente poi ha paura.

Bisogna rendersi presentabili o si darà una brutta impressione.

Non amo il disordine.

Ma è decisamente peggio il buio.

Una cosa che non si vede, quasi non esiste. L’inconsistenza dell’essere al buio.

Sai quel buio che non puoi conoscere, proprio perché non lo hai mai visto un buio così? Ecco proprio quel buio.

Aspetto che il buio si ferisca di luce.

Un momento!

Che strano rumore, sembra quasi il rumore di uno specchio che si romp

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