Bruno Vespa intervista il figlio di Totò Riina a Porta a Porta. Su una rete televisiva pubblica. Un’indecenza, già parlare di Bruno Vespa lo è! Lo dico addirittura senza averlo visto. Non l’ho visto, non so nemmeno di cosa abbiano parlato, posso immaginarlo, e ciò nonostante mi sento tranquillamente nel giusto se dico che è stato solo un’indecente escamotage per racimolare audience attraverso il dissenso spicciolo.
(Muble muble, sì…bravo….quindi?)
È una vergogna, uno scandalo, un’indecente apologia mafiosa. Una disgustosa mancanza di rispetto verso le vittime di mafia che, per mano di suo padre, hanno perso, o si sono viste rovinata, la vita. Non ci sono scusanti, né attenuanti. Siamo tutti quanti profondamente indignati!
- Per protesta da domani smetto di guardare la TV!
- Dai, non esageriamo adesso….
- Hai ragione, facciamo che allora smetto di pagare il canone!
- Sì, ma è un casino, adesso è in bolletta, poi ci sarebbe una gran burocrazia, fila alle poste…
- Ah già…Ok, ok…Allora non guardo più Porta a Porta!
- Guarda che non ci hai guardato nemmeno ieri…
- È vero! Allora che faccio?
- Indignati!
- Giusto!!! Questo mi riesce benissimo!
- Bravo!
- Grazie!
Non mi è ancora chiaro se sia il programma, la persona in sé (più Bruno Vespa che Riina), o gli argomenti trattati, ma Porta a Porta indigna sempre tutti. Tanto! Ciò nonostante, da 20 anni, una caterva di persone continua a guardarlo, o anche no, e a indignarsi.
Perché in effetti… a noi piace un sacco indignarci. Ci serve!
Abbiamo bisogno di essere indignati per qualcosa, altrimenti per la latente insoddisfazione e senso di disagio che ci portiamo sempre appresso, a chi daremmo la colpa?
Tolta l’informazione, la notizia (il classico “chi dove come quando e perché”), tutto quello che rimane è pane secco per le oche. Bruno Vespa è uno sciacallo, chiama il figlio di un assassino in televisione, so che mi farà incazzare, non posso fare nulla per evitarlo….me ne disinteresso!
Non lo guardo e me ne sbatto… La cosa buffa è che è capace di indignarsi anche chi non lo ha visto…
Adesso che ti sei indignato, che il programma è comunque andato in onda, che tutti ne parlano, che tutti sono indignati e che tutti continuano a pagare il canone… cos’è cambiato?
Indignazione fine a se stessa.
Fastidio a senso unico che non provoca altro se non l’amplificazione passiva del suo stesso eco.
Un vicolo cieco…
Rapinatore: È già tutto scritto, non ci sono destinazioni distinte ma solo diverse strade per raggiungere la stessa! L’unica libertà che hai, è quella di indignarti!
Carlo: La cosa che mi indigna è che ci siano persone come te al mondo!
Rapinatore: Ma che bravo…E allora forza…avanti! Imbocca il vicolo cieco del dissenso, coraggio! Passa la vita a sbattere la testa contro lo stesso muro per evitare di ammettere a te stesso che sei esattamente come me! Lascia che questa frustrazione si impadronisca di te. Fatti prestare un’opinione da chi ti insegna a sfondare i muri di ipocrisia a testate! Vestiti di un altro luogo comune prima di seppellirti nella fossa comune dello sdegno!
Non ci piace questo messaggio?
Allora cerchiamo di non essere i primi a trasmetterlo…