Vuoi non scrivere un articolo per il 1° aprile?!
La festa che ti consente di fare tutti gli scherzi che vuoi senza che nessuno possa arrabbiarsi…in teoria almeno.
La ricorrenza più interessante di tutte, soprattutto perché nessuno ha la più vaga idea di cosa ricorra…provate a cercare… da cosa venga sta storia del pesce d’aprile non si sa…o meglio, tanti si sono inventati una storia, ma se ce ne sia una vera nel mucchio, chi può dirlo?
A pensarci è perfetto, pienamente in linea con lo spirito di un comunissimo giorno speciale.
Vero o falso?
Alla fine credo che non faccia più tanta differenza.
Sono tanti anni che non sento più quel brividino lungo la schiena, la mattina di ogni primo di aprile. Attesa, paura, impazienza di scoprire con quale creatività malefica mi sarei trovato appiccicato addosso quel maledettissimo pesce!
Adolescenza. Quando speravi che il primo d’aprile cadesse di domenica, così da non dover andare a scuola e poter scampare tutti gli scherzi che, sicuramente, ti avrebbero trasformato in bersaglio. O meglio, in esca. Perché tanto era ovvio, se non stavi escogitando nulla, eri sicuramente un obiettivo.
Ansia per chi, come me, era una vittima designata. Grasse risate invece quando le vittime erano gli altri. Da vittima a carnefice in 5 minuti, però ci stava. Era il gioco, era divertente, nessuno si faceva male e tutti giocavano.
Tempi duri… ma soprattutto spensierati! Tanto sapevi che arrivata la mezzanotte, tutto finiva. Il 2 aprile era già tutta un’altra storia.
Adesso non sento più il primo di aprile, primo perché non sono più un ragazzino, poi perché ho questa sensazione spiacevole che sia il primo di aprile ormai da una decina di anni… ininterrottamente.
Mi hanno sempre insegnato che lo scherzo è bello quando dura poco! O quando lo faccio io, aggiungevo aggravando il mio già precario status sociale.
Ora la distinzione fra gioco e serietà, fra realtà e finzione….fra vero e falso, è diventata sempre più sottile. Una pellicola di nylon trasparente che, solo agli occhi più allenati si rivela come una leggera distorsione visiva. Un filtro fatto ad arte, per celare quel piccolo particolare, quella virgola che cambia completamente il senso di ogni cosa.
Tutto è falso. Tutto è vero. Non c’è più differenza.
Non voglio far percepire una nota polemica, ma mi manca davvero tanto il periodo in cui delle regole c’erano. Quando non importava se ci credevi o no, qualcuno che “poi alla fine te la spiega” c’era sempre.
Quando ci cascavi ridevano tutti e tu ti sentivi un idiota, ma passato il primo imbarazzo ti mettevi a ridere con loro. Era un gioco. Ci si divertiva e si rideva. Ora non si ride più, perché non ci sono più regole, non ci sono più vincitori né vinti. A dire il vero adesso non si può più nemmeno scegliere se giocare o meno.
Siamo in balia di noi stessi, delle nostre convinzioni, e di tutto ciò che prendiamo per buono perché “anche se non è vero potrebbe tranquillamente esserlo”…
Ok, ma così cancelliamo del tutto l’unica cosa che conta: dimostrare che era uno scherzo e farci una risata sopra!
Pesci in un mare di ami. Abbocchiamo.
C’è chi è felice di ficcarsi in bocca quante più esche possibile, chi per paura di venire preso si lascia morire di fame e chi, con calma, cerca di sfilare i vermi senza farsi troppo male.
Purtroppo adesso è diventata una cosa seria e non si scherza più. Anche a me non viene più tanto da ridere ed è un vero peccato…