Di cosa è fatta un’ombra?

Di cosa è composta la sagoma, che la luce ricalca come un pantografo attorno a un corpo?

Una proiezione di non luce. Un appiattimento atonale della realtà. Il negativo della scatola. L’ombra è quanto di più superficiale esista. Eppure è la prova che esisti. Se non hai un’ombra non esisti.

A Peter Pan una volta era scappata, ma quella è una storia di fantasia, cioè tutto il contrario della realtà.

Anche gli oggetti inanimati ne hanno una. La materia fa l’ombra, ma l’ombra non è di materia.

Un cono di luce taglia fuori le ombre, dove non c’è nulla non c’è ombra. Non ama la solitudine.

L’ombra è un confine.

Sta sotto i tuoi piedi ma non ti sorregge, ti segue ovunque ma non ti consiglia, viene a letto con te ma non ti da il buongiorno. Ti copia, non ha iniziativa, ma può prevedere ogni tuo movimento. Corre veloce quanto te e non sente la tua fatica.

È probabilmente la cosa più intima che possiedi, ma non ti da fastidio quando qualcun altro la calpesta.

Di cosa è fatta?

Non di carne, né di verdura.

Quanto pesa?

Niente, perché non è fatta di niente. È la cosa intangibile più reale che esista.

Se la giornata è bella è più marcata, se è buio quasi svanisce e si mescola con l’oscurità. È metereopatica. Fotosensibile? L’ombra non ha sentimenti.

Ti illude. Ti fa credere di sembrare qualcosa che non sei. T’inganna.

Parla a gesti le parole che già sai, poi le reinventa.

In Cina si trasforma in volatile, elefante, cane, lepre e tutto quello che la fantasia riesce a inventare.

Non tocca terra ma non vola. Non ama l’acqua, ma anche i pesci ne hanno una.

L’ombra è unica come un’impronta, ma è sempre la stessa per tutti.

Se ti circondi di ombre prima o poi vivrai nel buio.

Cose di poco conto.

L’ombra non conta, a meno che tu non stia contando con le dita sotto una luce accesa.

Puoi essere importante quanto vuoi, ma la tua ombra non potrà mai essere di spessore.