Perdonare? Per donare si deve avere, ed io sono terra arida che doni più non ha.
Mio Dio! Tu sei Medea. Ed Io? Già, sono Giasone.
Tu lurido anagramma di madre, assassina di futuro, ladra di vita, dimmi che non è vero.
Occhi falsi, ingannatori, che mi fate credere estinta la mia progenie per mano della sua genitrice. Falsi fari fallati di fatale ferita inferta con ingiustificabile furia. Non lo posso accettare come vero. Tu mia moglie, mia compagna, tu che mi hai donato il gioiello che ora stringi fra le braccia privo di vita, tu non puoi davvero aver commesso il più atroce dei delitti. Non è vero, non mio figlio, non tu. Non a me. Finzione. Folle finzione!
Negare. Annegare anche l’evidenza. Non la morte, non così. Vita, di questo si vive, di vita.
Non è stata un’estate finita a terra sotto litri di sangue. Fine della stagione dell’amore. Prega per il furto del tuo senno. Mai dire, madre. Hai avvelenato il frutto del tuo seno. Gesù! Figlio mio. Ero tuo padre, tu vai in cielo e io sotto terra, contro la mia volontà. Morte non indurmi in tentazione per non averlo liberato dal male.
Le mie ossa tremano di tremendo terrore, troppa atroce verità per questi occhi chiusi a non vedermi mai più.
La mente mentendo monta impalcature a sostegno di una storia finita dove la fine doveva solo fingere.
Crepa crepita e precipita il pavimento sotto i piedi di un padre che una parte più non ha. Porta aperta per te che parti, porta via i battiti della pompa che avevo in petto. Trema di terrore tutto attorno, il mio corpo non lo sento, i miei occhi non ti vedono, le mie orecchie pulsano e il petto è lacerato da mille diavoli che si graffiano e scalciano, ammassati fra le costole della mia gabbia vuota. Ora che tu me lo hai strappato non pietà né compassione per nessuno più. Niente comprensione, non comprendo, la mia mente mente più dei tuoi occhi. I suoi occhi chiusi ai miei, non vogliono regalare l’illusione della finzione. Alzati e ridi! Non startene li a terra morto sotto le mani di tua madre, scatta in piedi e ridi, ricoprimi di scherno e scherzose smorfie. Trasforma la mia sformata faccia in un impeto di rabbioso sollievo. Svela il telo del tuo trucco, finta faccia di cera che non c’è più.
Rosso sangue nascosto dal nero buio, soffocherò sotto la grigia colata di disperazione che mi ottura la gola il naso e gli occhi. Nulla esce, tutto dentro. I conati di vomitoso odio mi bruciano la trachea. Perdo i sensi, no, meglio ancora, muoio. Non ha senso perdere i sensi per ritrovarli quando nulla è cambiato, tutto questo è reale è accaduto, non ci penso, tutto finge, irreale chiusura di sipario. Non c’è musica, non c’è luce.
Non sento suoni a sostenere l’esistenza di un mondo esterno da me, non capisco le tue grida di rassegnata pazzia che cercano di convincermi. Convincimi che hai perso il senno. Non convincermi di nulla le tue parole concimano i solchi che le tue unghie hanno lasciato nel mio cervello e sul collo di nostro figlio.
Non vi sono visioni a traversare le lacrime che mi accecano la vista, il muro di odio verso la donna che amo mi rimbalza lontano, questa vita è già finita per mano tua. Prendi la mia mano e fanne il mezzo per finire il tuo lavoro. Il male te lo tocco nell’anima, brucia, brucia la nostra casa e il ricordo della nostra vita insieme. Quando la terra finirà la sua giostra riprenderò fiato per rendermi conto che tutto è finito e non ci saranno altri giri per noi. Tutto tace, tutto è immobile non un refolo di vita dalla finestra a sollevare il fetore di morte.
Nulla. Non un bisbiglio. Niente più tensione. Muscoli, tessuti, nervi, vene, arterie e ossa. Tutto immobile. Crolla sacco di carne. Rovescia a terra il tuo contenuto. Lascia tutto, nulla hai che ti possa più servire.
La tua vendetta è compiuta. Hai strappato il sentire dal mio corpo.
Oltre i confini del dolore, non c’è niente.
Per un momento ho creduto che avessi intrecciato il dolore di Giasone con quello del Dio cristiano per la morte di suo figlio, ma forse non è così, invece (un’invocazione a Gesù non la immagino nella bocca di Giasone, però). Per il resto…. wow… 🙂
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Hai perfettamente ragione, Giasone non potrebbe mai invocare Gesù, ma forse un qualche “povero cristo” che paragona la propria situazione a quella di Giasone potrebbe farlo…mi sono preso qualche libertà anacronistica! Grazie dell’appunto! 🙂
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Mi hai fatto tornare in mente questo splendido film: https://wwayne.wordpress.com/2015/10/04/ti-aiutiamo-noi/. L’hai visto?
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No, a pelle non sembra nemmeno molto il mio genere, ma dalla tua recensione mi è venuta la curiosità di vederlo! Ti farò sapere 🙂
Grazie della visita!
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Sono convinto che lo adorerai anche tu: come tutti i grandi film, è apprezzabile anche da chi non ama il genere a cui appartiene.
Attendo tue notizie allora. Grazie a te per la risposta! 🙂
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