Protesta

Era talmente disabituato al contatto con le persone che, quando incrociando inavvertitamente lo sguardo di un passante, ricevette un “buon giorno”, si accorse di non ricordare cosa rispondere. Il passante lo scusò con un sorriso, senza interrompere il suo cammino.

Non camminava all’aria aperta da anni. Il suo incedere era indeciso e vacillante. Gli occhi mal sopportavano la luce del giorno  e le sue orecchie erano infastidite dai suoni della città.

I suoi abiti erano inadatti alla stagione e il freddo pungente, che gli graffiava le orecchie e le braccia, lo attraversava come una finestra aperta.

Come un bambino alla ricerca dei propri genitori nella folla, guardava spaesato e con una punta di timore quell’enorme massa di gente. Guardava ogni persona in faccia. Non riconosceva nessuno.

“Tutto bene amico? Da dove sbuchi fuori?” chiese un ragazzo incuriosito

“Da un buco, sotto terra.”

“Ah. E perché?”

“Mi sono dissociato.”

“Cioè?”

“Per protesta.”

“Ah. E per cosa protestavi?”

“Per migliorare questo mondo ingiusto!”

“Beh… Senti non per deprimerti, ma temo che puoi tornare nel buco, perché il mondo è sempre più ingiusto.”

Il ragazzo si allontanò senza voltarsi. Lui restò immobile a farsi urtare dai passanti. Rimase stupito che potessero esserci tante persone in strada proprio nel giorno che aveva deciso di uscire. Si rinchiuse in una calda notte d’estate e in giro non c’era nessuno.

“Il mondo non si è fermato.” Disse fra sé.

A dire il vero il mondo non pareva essersi accorto della sua silenziosa protesta. Tutto aveva continuato a girare allo stesso modo.

Nessuno aveva notato la sua mancanza. Nessuno ne aveva parlato.

Il meccanismo, che sperava di inceppare, sottraendo il piccolo ingranaggio che lui stesso rappresentava, era riuscito a proseguire il suo moto senza problemi.

La sua opera di sabotaggio era fallita. Non solo. La sua opera di sabotaggio era passata completamente inosservata. Cosa che pareva non riuscire a lui in quel momento di grande confusione.

Il mondo era ancora li. La vita di tutti era continuata indisturbata.

La sua no. La sua poderosa spallata, non aveva concesso nemmeno una lieve vibrazione alle coscienze che voleva scuotere.

Capì che era difficile fare qualcosa, non facendo nulla.

Cominciò a camminare. Ad ogni passo saliva la sua consapevolezza.

Aveva semplicemente portato avanti una protesta silenziosa, non violenta, e clamorosamente inutile.

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